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Titolo: Riguardo le copertine

Nome: Popangelov (clubtrofeolagloria@tiscali.it) 2/2/2007

In tanti hanno scritto considerazioni sulla musica di Oldfield, ma non so se qualcuno abbia mai pensato che molte delle copertine dei suoi album manifestino una coerenza di fondo e un filo rosso che le lega. A me sembra infatti che gran parte di esse comunichi un?idea di solitudine, con immagini che paiono prese dal punto di vista di un naufrago su un?isola deserta. A partire già da Tubular Bells, sulla cui copertina, sotto il celebre tubo incrociato, si abbattono le onde del mare addosso a una spiaggia invisibile. E ugualmente con l?album successivo, nel quale le colline di Hergest Ridge, grazie a un apposito gioco di specchio, si chiudono su se stesse come il perimetro di un?isola, dentro cui c?è spazio solo per un aereo radiocomandato e per il cane Bootleg. Sulla copertina di Ommadawn compare finalmente l?immagine dell?artista, ma filtrata attraverso un vetro, posto ad accentuare il senso di separazione dal resto del mondo: una copertina praticamente identica avrà in seguito Amarok, e molto simili saranno quelle di Discovery e L&S. Qualche anno dopo Oldfield compare di nuovo sulla cover di Incantations: nella celebre foto di Cala Galdana egli è un ?naufrago? di fronte a un mare tempestoso e sotto un cielo tutt?altro che rassicurante. Il ritratto del Nostro ricompare ancora su Exposed: moltissimi fotogrammi degli spettacoli dal vivo sono sparsi su tre facciate del doppio LP, ma sulla facciata frontale c?è un unico fotogramma isolato nel vuoto generale e rappresenta Oldfield da solo in una hall completamente deserta. A parte la copertina di Platinum, dove un?azzurra farfalla si posa forse su un?isola luccicante nel buio totale, l?album successivo sembra interrompere l?isolamento del musicista. Arriva infatti la nave che lo porterà in salvo: è la Queen Elisabeth II. Il contatto col pubblico è ormai realizzato, la solitudine è superata, si naviga serenamente verso la terra ferma. In Five Miles Out c?è la splendida copertina con l?aereo, è vero, ma sul retro appare di nuovo il disegno di un mare oramai amico e dai colori vivaci su cui il sole sta tramontando. Le cose semmai tornano a farsi drammatiche in Crises: dalla costa un anonimo osservatore guarda la torre d?avorio in cui era rinchiuso l?artista. Il sole è tramontato, davanti a chi osserva c?è ancora una volta un mare notturno, a cui fa riflesso il lunare mare delle Crisi. Se ha qualche fondamento ciò che scrivo, Island rappresenta la dimostrazione di un teorema. Titolo e copertina sembrano amplificare il testo della canzone omonima: ?We are islands but never too far?? Nulla cambia in Earth Moving sulla cui copertina il naufrago/Oldfield è soffocato sott?acqua, probabilmente dalla Virgin che gli impone le proprie idee. Passano diversi anni e tutta la Terra diventa isola e l?intero spazio cosmico un mare in cui nuota una manta dalle grandi pinne distese: è la prima copertina di The Songs of a Distant Earth, che nelle edizioni successive però sarà sostituita. Ultimo capitolo di questa serie mi sembra Voyager con il celtico Oldfield ritratto ancora di fronte al mare. L?album peraltro contiene il brano ?Mont St. Michel? un posto che, vista la sua peculiarità (isola/non isola), dovrebbe aver suggestionato non poco il musicista di Reading.


 Messaggi Autore Data
  Riguardo le copertine Popangelov  2/2/2007
legami Maxx  12/2/2007
meditazione zen.... monnamoon  17/2/2007
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