Nome: monnamoon (monnamoon@hotmail.com) 6/5/2008
Beh, in parte e' vero quello che dice Federico. In effetti, Mike ha ripetuto la formula delle campane tubolari soprattutto negli anni 90, come se fosse l'unico modello da seguire o l'unica forma di espressione nelle suite strumentali. Pero', e' anche vero che ha sfornato lavori eccellenti e capolavori che non hanno avuto a che fare minimamente con Tubular Bells.
Personalmente, Tubular Bells credo che serva a lui per gridare al mondo che ancora esiste, che quel marchio inconfondibile gli appartiene, che Tubular Bells e' Mike Oldfield e nessun altro. Anche in MUSIC OF THE SPHERES ha ripreso alcuni tratti della celebre suite ma non totalmente come aveva fatto in TB2 e TB3. Effettivamente, anche la copertina cosi' intrigante e simbolica, con quel disegno di anelli intrecciati, ci fa' pensare ad un nuovo capitolo che riparte da li'. Insomma, ogni tanto lungo tutta la sua vasta discografia riappare la campana indemoniata, come se tutte le opere susseguenti avessero bisogno di una spinta. Qualcosa che rilancia Oldfield a livello mondiale che permette poi di elaborare lavori piu' originali in seguito. MUSIC OF THE SPHERES sembra gridare: Hei amici, non confondetevi...guardate che questo e' MIKE OLDFIELD!!!!
Un disco totalmente orchestrale doveva necessariamente contenere il marchio Oldfield, considerando l'assenza di chitarre elettriche e il vasto repertorio classico esistente. Le prime note di Harbinger non lasciano dubbi sull'identita' del compositore. Nessuno potrebbe confondersi di fronte all'intro dell'esorcista.
Mike e' stato esortato a tornare alla sua grande musica da migliaia di fans, anche se lui ammette che la tecnica delle sovraincisioni sembra ormai obsoleta e quindi abbandonata. Il fallimento delle ultime prove elettroniche, in termini di gradimento, lo hanno convinto.
Dopotutto, pensandoci bene, il settore della classica potrebbe essere per lui una giusta collocazione per i tempi odierni e per la sua musica. Un settore universale indefinito. Se cosi' fosse, riavremmo un Oldfield alle prese con la musica vera, quella suonata da strumentisti veri e non piu' diavolerie computerizzate.
Ma questo e' solo un desiderio dentro me, lui e' assolutamente imprevedibile!!
ciaociao