Nome: Gabriele (gabriel.red@alice.it) 23/9/2009
Cari Francesco e Fabio, ho letto le vostre " recensioni " sui dischi di Mike. Nel complesso, mi trovate quasi d'accordo su tutto. Vorrei solo portare il mio contributo alla discussione.
Tubular Bells è un capolavoro, e questo lo sappiamo tutti. Voto: 9,5.
A differenza di quanto espresso da Francesco, io amo Hergest Ridge, degno successore di TB. Se non altro, abbiamo una grande qualità musicale, e una definizione più nitida dello schema " Suite part. 1 e part. 2 ". Voto: 8,5.
Ommadawn è uno dei miei album preferiti, forse un gradino sotto Tubular Bells, ma comunque un capolavoro. Voto: 9.
Incantations non lo trovo per niente prolisso, anzi, è un ( mica tanto ) concentrato di straordinaria emotività, basti pensare alla meravigliosa quarta parte. Niente da dire, qualcosa in più di Hergest Ridge, siamo quasi sul livello di Ommadawn. Voto: 9.
Platinum è un disco che apprezzo particolarmente. La suite è molto orecchiabile, e più commerciali delle precedenti, soprattutto la bellissima Seconda Parte ( la Platinum vera e propria ). Passabile la terza parte. La seconda facciata non è al livello della prima, per la prima volta vediamo Mike confrontarsi con delle " canzonette ", e anche con una cover, che stravolge l'originale. Voto: 8.
QE2: La presenza del primo capitolo della straordinaria trilogia Taurus basta a renderlo speciale. Niente di nuovo, è vero, ma comunque un album pregevole dal punto di vista musicale. Voto: 7,5.
Five Miles Out è affascinante per la seconda parte di Taurus, forse la migliore delle tre. Soprattutto il tema fatto col carillon è affascinantissimo, e le cornamuse, sebbene come qualcuno ha detto, " troppo natalizie ", sono veramente originali, un tentativo di " ritorno alle origini " poi consolidatosi col meraviglioso Voyager. Voto: 8,5.
Mi fermo a Crises, per ora. La suite è il brano più coinvolgente dell'album. 20 minuti di pura musica da ascoltare tutta d'un fiato. Moonlight Shadow ha, oltre alla eccezionale voce di Maggie Reilly, un assolo di chitarra acustica da manuale, veramente da antologia, perfetto e complessissimo nella sua semplicità. In High Places vede la collaborazione con la voce forse più strana e originale del panorama Progressive internazionale: Jon Anderson dei grandissimi Yes. Taurus 3, ultimo capitolo della trilogia, è un puro delirio chitarristico, che si completa, dopo le assurde scale eseguite con una semplicità disarmante, nella parte in cui più di 4 chitarre si fondono a creare un tappeto sonoro spaventoso. Voto: 8,5.
Ciao ciao ...