Durante 
          gli ultimi due anni Mike Oldfield è stato coinvolto in un duplice 
          progetto che ha avuto inizio a Ibiza. Il risultato è un nuovo 
          album, intitolato Tres Lunas, che esce adesso sul mercato ed è 
          accompagnato da un CD-Rom interattivo intitolato Music VR Game. Si tratta 
          di un videogioco molto newage, con gatti, delfini, tartarughe, città 
          spaziali, giardini e templi, nei quali il giocatore dovrà andare 
          a cercar di prendere sette anelli per completare un rilassante viaggio 
          musicale. Dopo aver venduto 40 milioni di copie dei suoi dischi nei 
          suoi quasi trent'anni di carriera, Oldfield passa in mano ad una compagnia 
          spagnola e ha scelto la città di Valencia per il lancio mondiale 
          del suo lavoro. La decisione è stata presa nella sua casa di 
          campagna nei dintorni di Londra dove, circondato dalla pace e dal silenzio, 
          il creatore di Tubular Bells alterna i suoi esperimenti interattivi 
          con la musica e la meditazione.
          
          - Com'è nata l'idea di questo duplice lavoro? 
          Era da molto tempo che desideravo realizzare un progetto di realtà 
          virtuale. Avevo già tentato negli anni 1994 e 1996, ma le attrezzature 
          che necessitava erano troppo grandi e costose. Più avanti abbiamo 
          ripreso l'idea e abbiamo pensato di lavorare con una squadra di programmatori. 
          Volevo fare un gioco, ma non avevo pensato che ne sarebbe nato un album 
          musicale.
          
          - Così l'idea originale è stata quella di un gioco?
          Sì, abbiamo passato due anni a crearlo. Abbiamo parlato con molte 
          aziende che fanno questo tipo di prodotti, ma non erano interessate. 
          I giochi più richiesti sono quelli che fanno scorrere tanta adrenalina, 
          che hanno tante sparatorie. Questo gioco vuole che le persone si sentano 
          bene, non è competitivo, né ha alcun obiettivo da distruggere. 
          Infine ho trovato in Spagna qualcuno al quale piaceva e il progetto 
          ora è qui.
          
          - Come crede che reagiranno le persone ad un videogioco tanto diverso 
          da quelli offerti dal mercato? 
          L' esperienza che abbiamo fatto fin'ora è che ciascuno lo recepisce 
          in maniera diversa. Per quello che ho potuto vedere, i bambini piccoli, 
          di quattro o cinque anni, non hanno alcun problema a capirne la chiave, 
          né sono ossessionati dall'idea di procedere più velocemente. 
          Per completare il percorso ci possono volere anche tre giorni. Non è 
          altrettanto popolare tra gli adolescenti tra i quindici e i vent'anni 
          che preferiscono la velocità e amano lo stress. Le persone più 
          mature hanno qualche difficoltà ad entrarci, però quando 
          lo fanno restano incantate dal gioco.
          
          - È sicuro che le persone proveranno MusicVR attraverso Internet?
          Lo so molto bene perché in una settimana 7000 persone in tutto 
          il mondo hanno scaricato il sistema. Credo che in una certa misura questo 
          gioco possa aiutare a cambiare le persone, anche se fosse soltanto nel 
          prendersi il tempo per apprezzare quant'è bello il mondo. Abbiamo 
          fatto un prototipo e, se avrà successo, faremo degli altri giochi 
          in futuro.
          
          - Dove ha preso l' ispirazione per la grafica? 
          A me interessa molto la pittura, specialmente Salvador Dalì. 
          Mi incanta la sua serie di Figure. Alla fine della sua vita Dalì 
          stava facendo esperimenti con il tridimensionale. Sarebbe stato molto 
          interessante vedere quello che avrebbe fatto se avesse avuto a disposizione 
          la tecnologia attuale.
          
          - E come considera il suo lavoro musicale? 
          Alla fine abbiamo pensato che era meglio fare un album con la musica 
          e un altro con il gioco. Ho cominciato a comporre la musica di Tres 
          Lunas a novembre. È una composizione che si basa su miscele elettroniche 
          per cui non è così semplice come potrebbe sembrare.
          
          - Perché ha scelto la Spagna per la presentazione di Tres 
          Lunas? 
          Alla Spagna debbo buona parte della mia popolarità. Inoltre l'amico 
          esperto di informatica che mi ha aiutato a creare il programma vive 
          a Valencia. È un inglese, ma è sposato con una spagnola. 
          Mi sembrava che la Città dell'Arte e della Scienza di Valencia 
          fosse un posto ideale per fare la presentazione ed è un'ottima 
          scusa per prendermi una vacanza a andare al mare.
          
          - Nella cultura spagnola trova qualcosa di particolare con la quale 
          si sente identificato? 
          I miei pittori preferiti sono Picasso e Dalì. Allo stesso modo 
          mi incanta la musica della chitarra e mi entusiasma il flamenco. Nella 
          mia famiglia non abbiamo sangue spagnolo, abbiamo sangue irlandese, 
          però sicuramente la Spagna mi ha sempre attratto immensamente, 
          mi ci sono sentito sempre bene.
          
          - La sua permanenza ad Ibiza è definitivamente terminata?
          Ibiza è stata un periodo della mia vita. Quando avevo 15 anni 
          lavoravo molto componendo musica, non ho avuto un'adolescenza propriamente 
          detta. Ho vissuto la mia adolescenza a 45 anni a Ibiza ed è stata 
          un'esperienza fantastica che non cambierei con niente al mondo. Infatti 
          dopo aver passato due anni lì ho cominciato a fare meno l'inglese.
          
          - Ora vive in campagna. Non si sente isolato? 
          No, mi sentivo isolato ad Ibiza, perché la mia casa era lontana 
          da qualunque paese. Qui abito vicino a Londra ed è facile andare 
          e venire; mi sento a mio agio in Inghilterra. Mi piacciono alcune abitudini, 
          come andare al ristorante indiano, al pub, al cinema, il cambio delle 
          stagioni; l'inverno è tremendo, ma l'autunno è meraviglioso. 
          La sola cosa che faccio in maniera minore è il mare, però 
          non scarto l'idea di trovare tra un anno un posto sulla costa, magari 
          nel sud della Francia o in Spagna. Non per viverci in modo permanente, 
          ma per avere una casa per le vacanze.
          
          - Considera finita anche la sua esperienza americana? 
          Oh, sì! L'andare a vivere a Hollywood o a Los Angeles per molti 
          britannici è un sogno, ma il 99% torna in patria nel giro di 
          due anni. La cosa migliore di Los Angeles è il deserto che è 
          nelle vicinanze: basta guidare un paio d'ore e sei nel deserto vero 
          e proprio, che è magnifico. Ho utilizzato il deserto per il mio 
          videogioco, mi ha dato l'ispirazione.
          
          - Qual è il lato negativo di Los Angeles? 
          Il lato negativo l'ho scoperto un giorno mentre camminavo per Sunset 
          Boulevard e vidi che c'erano molti poliziotti, una donna che piangeva 
          e un uomo steso per terra. Pensai che stessero girando un film, però 
          non vedevo nessuna macchina da presa. Quello per me fu uno shock; quando 
          inoltre proibirono di fumare nei luoghi pubblici decisi di andarmene.
          
          - Lei aveva 19 anni quando ottenne un successo mondiale con Tubular 
          Bells. È stato faticoso gestire un cambiamento tanto grande mentre 
          era ancora così giovane? 
          Quando avevo 17 anni ero un buon musicista, ma non piacevo alla critica. 
          Ebbi un gran successo e di colpo piacqui a tutto il mondo, ma io ero 
          la stessa persona di prima e non capivo, per cui mi chiusi nella mia 
          casa in Galles e non rispondevo più al telefono. Questo cambiamento 
          mi rese molto insicuro, ebbi attacchi di panico e problemi con l'alcool; 
          per uscirne ho impiegato anni a fare cure psichiatriche e psicoterapia.
          
          - Fino a che punto è importante la meditazione nella sua vita?
          È molto importante. È una maniera di ottenere serenità 
          ed equilibrio interiore. Nel videogioco intendo trasmettere una sensazione 
          di pace.
          
          - Quando tornerà sulle scene? 
          Sto preparando un tour per il 2003. A luglio voglio tornare a suonare 
          Tubular Bells. È un buon pezzo musicale e penso che ora che compie 
          30 anni si possa fare in maniera migliore. Questo sarà la ragione 
          di un tour che passerà per la Spagna ed alcuni Paesi dell'Est 
          Europa. Il problema è che per suonare Tubular Bells dal vivo 
          ci vogliono almeno 12 musicisti e questo potrebbe risultare estremamente 
          dispendioso.