Changeling: breve riassunto
Libro ben scritto che descrive soprattutto la fascia di tempo 1953-1978. Molte cose si sapevano, ma Mike ha arricchito tutto con nomi, dettagli e luoghi molto precisi.
Parla della difficile relazione con la famiglia, soprattutto con suo padre, e in minor misura con i fratelli, che ha poi caratterizzato anche la sua musica oltre alla personalità. Non ha avuto una vita facile, lui stesso lo confessa parlando con sincerità dei suoi problemi di alcol e droga e del suo difficile inserimento nella società.
Mike parla del suo essere asociale come di un problema che ha sempre avuto, senza negarlo o giustificarsi.
Interessante il capitolo sulle sue riflessioni su fama e successo: anche se c’è una buona dose di divismo ha avuto chiaro in mente come sia stata la sua vita. Gli attacchi di panico, il peggiore dei quali durante il tour del 1984, hanno contribuito sicuramente alle insicurezze visibili nella sua carriera.
Curioso il fatto che a metà della realizzazione di Incantations abbia perso tutta la sua ispirazione, cosa che lo costrinse a concludere l’opera con grande sforzo. Lui stesso ammette che i problemi economici derivati dal rovinoso tour del ’79 e i poveri diritti che gli lasciò Branson, orientarono il cambiamento nel suo modo di fare musica: una musica che non lo soddisfaceva al livello personale, perché non la sentiva sua, come quella del periodo 1982-1989. E’ un fatto che in questo periodo seguì alla lettera le istruzioni di Branson e della Virgin sulla struttura dei dischi, dei video (che detestava fare), ecc… Oltretutto il periodo coincise con le sue 2 grandi crisi familiari del 1985 e del ’91 (la rottura con Anita fu la più traumatica).
Da qui, opere come Amarok, della quale è molto soddisfatto, furono come una ribellione nei confronti della casa discografica.
Del periodo ’92 – 2007 Mike parla molto poco, più della sua attività discografica che della sua vita privata, forse per non creare problemi alle persone con le quali vive attualmente. Sembra di capire che la Warner ebbe abbastanza a che vedere con il lavoro di Mike e che tanto Clive Banks come Rob Dickins diressero molto i passi di Mike (incluso in TSODE).
In generale nel libro Mike traccia un profilo di sé stesso a tinte forti tralasciando un po’ le altre persone, mettendo pace con gli altri e con sé stesso. E anche se dice di non avere più né la motivazione, né l’ispirazione musicale di un tempo, si dichiara felice per rappresentare qualcosa nel panorama musicale attuale.